Il Natale dovrebbe essere di tutti.

La tavola è imbandita a festa. La mamma è in cucina pronta a servire il proprio piatto forte; il papà sta tagliando l’ananas dopo aver messo al fresco due bottiglie di spumante. La quotidianità del Natale, la magia delle ricorrenze; ci sono vercellesi, però, che il 25 dicembre non avranno né un tavolo a cui accomodarsi, né un piatto di minestra calda con cui sfamarsi. Sono oltre 600 le famiglie che sono registrate all’Emporio Solidale di via Laviny gestito dalla Caritas diocesana, tramite l’Osver, in collaborazione con le parrocchie. Migliaia le persone che, il martedì, il giovedì e il sabato, si recano nei locali dell’ex Macello con la loro tessera a punti per racimolare qualcosa da mettere sotto i denti e beni di prima necessità. “Gli italiani sono più degli stranieri – spiega il direttore della Caritas don Osvaldo Carlino – I risparmi dei vercellesi sono finiti: se non tornerà il lavoro saranno guai”. Occupazione, casa e bollette: questi i problemi che gravano sulle spalle del popolo bicciolano di classe “b”. “Cerchiamo di aiutare chi non riesce nemmeno a pagarsi il vlcsnap-2016-12-24-13h15m39s932riscaldamento – prosegue don Osvaldo – Per le nostre borse lavoro abbiamo centinaia di prenotazioni e si tratta solamente di “contratti” di 20 giorni da circa 350,380 euro.          Sul fronte abitativo stiamo continuando ad adoperarci per la realizzazione di case rifugio, una soluzione transitoria per chi non ha un tetto sotto il quale trovare riparo in attesa di poter entrare in un alloggio popolare”. E poi c’è il sostegno ai bimbi con un reddito Isee pari a zero tramite il pagamento del buono pasto scolastico e l’accordo con le grandi mense cittadine per ridistribuire ai bisognosi i pasti caldi non consumati in refettorio. “In collaborazione con le volontarie vincenziane nel 2017 allargheremo il progetto Orti Solidali dando la possibilità a quanti saranno interessati di imparare a coltivare un orto per poi arrivare a presenziare nei mercati rionali – rivela ancora il direttore dell’ente diocesano – Il lavoro nobilita l’uomo e, anche se non è molto, vogliamo provarci”.
vlcsnap-2016-12-24-13h14m51s223Obiettivo comune pure della San Vincenzo guidata da Giovanni Grolla: “La gente non è più disposta ad aiutarci come una volta – dice il vercellese – La povertà aumenta, le richieste si moltiplicano e le disponibilità economiche diminuiscono. Casa e insoluti sono i grandi mali del nostro capoluogo”. Impossibile per tanti riuscire a colmare i costi di gestione di un affitto: “Grazie al contributo di 7mila 500 euro datoci dalla Fondazione Cassa di Risparmio anche per il prossimo anno ci faremo carico dei costi dei contratti di locazione per circa una ventina di famiglie – rivela Grolla – I nuclei ovviamente devono dimostrare, però, di essere in grado di pagare autonomamente gli affitti”. Poi c’è la questione bollette: “Un nostro assistito è senza acqua da cinque mesi – afferma ancora il responsabile della San Vincenzo – Inutile dire che si trova pure al freddo non potendo far girare la caldaia. Meno male che, per legge, dovrebbero essere garantiti 50 litri di acqua al giorno ad personam”. La povertà, inoltre, non è solo una condizione, ma un vero e proprio status mentale e sociale: “Molti italiani si vergognano di andare a far la coda all’Emporio solidale per fare la spesa – spiega Grolla – Ad alcuni non possiamo nemmeno fare assistenza domiciliare per evitare l’incrocio coi vicini. Non sono problematiche che si possono risolvere in modo superficiale, purtroppo. Chi si trova a perdere il lavoro da un giorno all’altro perde contemporaneamente anche la dignità”. Il presidente dei locali di via Feliciano di Gattinara lancia, infine, un appello ai giovani: “Ci mancano volontari, abbiamo bisogno di ragazzi volenterosi o non avremo il giusto e necessario ricambio generazionale – conclude – Assieme alla Consulta del Volontariato cittadino ci recheremo nelle scuole per portare il nostro messaggio solidale”.
Se è vero che a Natale siamo tutti più buoni, facciamo nostra la richiesta di don Osvaldo Carlino: quanti abbiano beni di prima necessità o generi alimentari in scadenza e non solo possono contattare la Caritas per contribuire alla distribuzione degli stessi nell’Emporio di via Laviny.

Michela Trada

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Il Natale dovrebbe essere di tutti.