Un ennesimo caso di “amore malato”

22 giugno 2018 15:57
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La Squadra Mobile della Questura di Vercelli ha arrestato mercoledì un trentaseinne vercellese per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. L’uomo aveva precedenti specifici per lesioni e minacce ad una ex compagna.
L’arresto trae origine da un episiodio di violenza avvenuto in strada nel quale l’ uomo ha sferrato un violentissimo pugno ad una donna, trentatrenne originaria di Novara, facendola cadere a terra e perdere i sensi, per poi prenderla a calci mentre era inerme e, successivamente trasportarla in ospedale dichiarando che si trattasse di un colpo accidentale e che, anzi, sarebbe stata la donna ad aggredirlo, a causa di un suo gesto di reazione e della consequenziale caduta a terra, e a procurarsi le vistose lesioni.
Gli operatori della Squadra Mobile, intervenuti sul posto, hanno però ricostruito una dinamica completamente diversa poi confermata dalla vittima, in grado di parlare solo dopo diverse ore.
Dalle indagini, è emersa un’ennesima storia di violenza reiterata e mai denunciata, con una relazione tra i due iniziatasi nel 2017 nella quale l’uomo aveva manifestato un’ossessione morbosa nei confronti della compagna con scenate di gelosia nei confronti di altri uomini e specialmente dell’ex marito della donna.
Diversi gli episodi di violenza mai denunciati dalla vittima a causa delle minacce dell’uomo che, dopo averla aggredita, chiedeva perdono “perseguitando” e minacciando di morte la compagna. La donna aveva espresso al personale Squadra Mobile anche alcune perplessità, sostenendo che il suo ex compagno conoscesse i suoi spostamenti e fosse al corrente dei contenuti di ogni sua conversazione telefonica.
Gli agenti, insospettiti da questo particolare, hanno quindi effettuato, unitamente agli uomini della Polizia Scientifica, un accurato controllo della macchina in uso alla donna e sono riusciti ad individuare all’interno della plafoniera dell’autovettura un’apparecchiatura, sapientemente montata, in grado di localizzare la posizione del mezzo e di captare le conversazioni all’interno dell’abitacolo. All’interno di tale localizzatore GPS vi era una scheda sim intestatata proprio all’uomo poi arrestato.
A causa della violenza subita la donna ha riportato una frattura scomposta del naso, un trauma cranico,un’infrazione ad un dito ed una cicatrice al viso che forse non potrà essere rimossa.