Dalle padelle ai contenitori per il cibo: le microplastiche si nascondono nei gesti più comuni della nostra quotidianità.
Un gesto semplice, quasi automatico come riempire una bottiglia, scaldare la cena, mescolare una zuppa. Eppure, dietro a questi movimenti quotidiani, si nasconde un nemico invisibile che penetra silenziosamente nel nostro corpo: la plastica. Secondo diversi studi internazionali, ogni anno ingeriamo milioni di particelle di micro e nanoplastiche attraverso l’aria, il cibo e gli utensili che usiamo in cucina. Minuscoli frammenti che, una volta entrati nell’organismo, possono accumularsi nei tessuti e compromettere il funzionamento di organi vitali come il fegato e i polmoni.
Il problema è più vicino di quanto immaginiamo. Non serve vivere accanto a un inceneritore o bere da una bottiglia abbandonata al sole: basta usare gli strumenti sbagliati nel modo più comune. La buona notizia è che possiamo fare molto per ridurre l’esposizione, a partire proprio dalla cucina, il cuore della nostra vita domestica. Un recente studio europeo ha identificato gli oggetti più “a rischio plastica”, ovvero quelli che, per materiali o modalità d’uso, tendono a rilasciare particelle tossiche durante la preparazione o la conservazione dei cibi. Tra questi, 3 sono praticamente presenti in ogni casa.
Plastica, l’ingerisci e non te ne rendi conto: i 3 oggetti che sono veleno
Tra i primi oggetti troviamo le padelle antiaderenti in teflon. Sono pratiche, resistenti, facili da pulire. Ma il loro rivestimento antiaderente, a base di PTFE, si degrada col tempo e con le alte temperature, rilasciando microplastiche e sostanze chimiche nocive come il PFOA, già bandito in molti Paesi. Basta un graffio per compromettere la sicurezza. Meglio orientarsi su alternative in acciaio inox, ghisa o ceramica, più stabili e durature.
Riscaldare un pasto nel contenitore in cui è stato consegnato è un gesto comune, ma rischioso. Quando la plastica viene esposta al calore del microonde o del lavaggio in lavastoviglie, rilascia frammenti microscopici e additivi come bisfenoli e ftalati. Soluzioni semplici? Scegliere contenitori in vetro temperato o in acciaio, materiali che non rilasciano residui e resistono all’usura.

Plastica, l’ingerisci e non te ne rendi conto: i 3 oggetti che sono veleno – vercelliweb.tv
Un piccolo rito rilassante che può trasformarsi in una fonte inaspettata di microplastiche. Alcune bustine moderne del tè, soprattutto quelle trasparenti e sagomate, sono realizzate con materiali sintetici che, a contatto con l’acqua bollente, si degradano rapidamente. Gli esperti consigliano di preferire tè sfuso o bustine in carta non trattata: un ritorno alla tradizione che fa bene anche all’ambiente.
Ridurre la plastica nella propria cucina non significa stravolgere le abitudini, ma renderle più consapevoli. Sostituire progressivamente gli oggetti più a rischio con alternative sicure è un gesto concreto per tutelare la salute e l’ambiente.






