Il sintomo dell’infarto che nessuno conosce: compare un mese prima, riconoscilo e ti salvi la vita

Ogni anno in Italia l’infarto colpisce 120.000 persone: individuare i segnali precoci, spesso sottovalutati come affaticamento e dispnea, può fare la differenza sulla sopravvivenza.

L’infarto miocardico acuto continua a rappresentare una delle principali emergenze cardiologiche a livello mondiale, con un’incidenza che, nonostante i progressi medici, resta elevata anche in Italia, dove ogni anno colpisce circa 120.000 persone. La conoscenza approfondita dei sintomi precoci e delle strategie di intervento tempestivo è fondamentale per ridurre la mortalità, oggi stimata intorno all’11%, e che si prevede possa essere ulteriormente ridotta grazie a nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche. In questo articolo, approfondiremo le caratteristiche dell’infarto, con un focus sui segnali spesso poco noti e sui fattori di rischio aggiornati.

Sintomi precoci e segnali da non sottovalutare

L’infarto miocardico acuto si definisce come la necrosi di una porzione del muscolo cardiaco dovuta a un’insufficiente perfusione sanguigna, tipicamente provocata dall’ostruzione improvvisa di un’arteria coronaria, causata da un trombo generato dalla rottura di una placca aterosclerotica. Questo blocco impedisce al sangue ricco di ossigeno di raggiungere il tessuto cardiaco, causando danni irreversibili se non si interviene rapidamente.

Contrariamente a quanto mostrano spesso i media, i sintomi dell’infarto non sono sempre evidenti o drammatici. Il dolore toracico può manifestarsi come una sensazione di pressione o oppressione, meno intensa del classico dolore lancinante, e può irradiarsi verso spalle, braccia (in particolare il braccio sinistro), collo, mandibola e schiena. La dispnea, o difficoltà respiratoria, può comparire anche senza dolore toracico, specie nelle donne, accompagnata da sudorazione fredda, nausea e stordimento. Un segnale meno noto ma altrettanto importante è l’affaticamento improvviso e inspiegabile, che può anticipare l’evento anche di settimane.

In particolare, il dolore al braccio sinistro è un sintomo noto ma spesso frainteso: non è sempre presente, può irradiarsi anche al braccio destro o assente del tutto, soprattutto nelle donne e negli anziani. È un dolore diffuso, sordo e persistente, non alleviato dal riposo o dal cambiamento di posizione, e rappresenta un’allerta importante se associato ad altri sintomi.

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Sintomi infarto un mese prima – Vercelliweb.tv

I fattori di rischio si dividono in non modificabili e modificabili. Tra i primi figurano l’età, il sesso (gli uomini sono maggiormente colpiti fino alla menopausa della donna), e la storia familiare di malattie cardiovascolari precoci. Tra i fattori modificabili spiccano il fumo di sigaretta, l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, le dislipidemie, l’obesità, la sedentarietà, e lo stress cronico. La correzione di questi ultimi attraverso uno stile di vita sano e controlli medici regolari rappresenta la migliore strategia preventiva. L’elettrocardiogramma (ECG) è il primo esame diagnostico per rilevare un infarto, in particolare nella forma con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Tuttavia, circa il 15-20% degli infarti può non essere immediatamente visibile all’ECG iniziale, richiedendo il supporto di esami ematici per la dosaggio delle troponine cardiache, marcatori specifici di necrosi miocardica.

Il trattamento si basa principalmente sul ripristino rapido del flusso sanguigno. Le opzioni includono la trombolisi farmacologica, l’angioplastica coronarica primaria con impianto di stent e, in casi selezionati, il bypass aorto-coronarico. La tempestività è cruciale: ogni minuto di ritardo aumenta il danno al muscolo cardiaco, per questo si raccomanda di chiamare immediatamente il 118 al manifestarsi dei primi sintomi sospetti.

Non tutti i dolori toracici sono riconducibili a un infarto. Condizioni come attacchi di panico, reflusso gastroesofageo, problemi muscoloscheletrici e patologie polmonari possono simulare i sintomi cardiaci. Tuttavia, la presenza di sintomi persistenti e associati a fattori di rischio cardiovascolare deve sempre far sospettare una possibile sindrome coronarica acuta e richiedere un immediato approfondimento medico.

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