Se il tuo stipendio non ti permette di vivere dignitosamente, sembra chiaro che debba essere aumentato: a dirlo è la Corte di cassazione.
Per quanto riguarda i guadagni al lavoro, a causa di aumenti davvero notevoli e che non possono né devono passare inosservati in merito al costo della vita, c’è da considerare il fatto che la situazione in Italia sembra essere più difficile e complicata che mai.
Proprio per tale ragione, abbiamo deciso di parlarvi di quella che è una condizione che trascina inevitabilmente anche la Corte di cassazione ad agire: se il tuo stipendio non ti fa vivere dignitosamente, la legge può effettivamente intervenire.
Stipendio troppo basso, interviene la Cassazione: i dettagli
Fino a questo momento, se un lavoratore ha ricevuto quanto stabilito dal CCNL firmato dai sindacati, si tratta di una retribuzione corretta. Ma evidentemente le cose sono cambiate, come dimostra l’intervento della Cassazione. Le sentenze n. 28230/2023 e n. 27711/2024 hanno stabilito che un pagamento per essere equo e corretto deve essere dimostrato tale nella pratica, e quindi può essere contestato. I magistrati, quindi, devono assicurarsi che la retribuzione discussa sia davvero giusta e rispetti in tutto e per tutto i principi della costituzione italiana.

Perché la cassazione ha deciso così (www.vercelliweb.tv)
Se un lavoratore dimostra che il proprio stipendio non gli permette di vivere dignitosamente, il giudice può rimettere tutto sul tavolo e applicare in maniera obbligatoria effettivamente un trattamento economico migliore. Ma perché questo cambio di rotta? Purtroppo, in Italia, anche chi ha un lavoro spesso si trova in regime di povertà.
Ecco perché la Corte di Cassazione ha chiarito quanto descritto nelle precedenti righe in due sentenze assai precise e che non possono né devono passare inosservate. Inoltre, attualmente è da considerare anche una disparità salariale crescente, con lavoratori che operano alsolito modo ma che percepiscono – in base al cotnratto applicato – compensi decisamente diversi l’uno dall’altro. E poi c’è l’inflazione, che ha reso il potere d’acquisto di molti italiani a dir poco critico. E così, adesso, in tutela di molti cittadini e molte cittadine – per quanto possiible – sono giunti anche i giudici della Corte di Cassazione.







