172 euro in meno al mese per tantissimi lavoratori: cambia il CCNL e scatta la protesta

Il rinnovo del contratto nella Sanità pubblica coinvolge 581mila lavoratori tra aumenti giudicati insufficienti, perdita di potere d’acquisto e nuove proteste sindacali.

È stato recentemente sottoscritto il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024 per il comparto della Sanità pubblica, che interessa circa 581.000 lavoratori, tra cui infermieri, operatori sociosanitari (OSS), ostetriche e altro personale sanitario. L’accordo, che prevede un aumento medio mensile lordo di 172 euro e il pagamento degli arretrati, ha tuttavia acceso forti tensioni sindacali, con alcune sigle che lo hanno giudicato insufficiente e penalizzante per il potere d’acquisto dei lavoratori.

Firmatari e dissidenti del rinnovo contrattuale

L’intesa è stata firmata da Cisl Fp, Fials, Nursind e Nursing Up, mentre Funzione Pubblica CGIL e UIL FPL hanno deciso di non sottoscriverla, definendola un accordo “al ribasso”. In particolare, la FP CGIL ha espresso un giudizio netto: si tratta di un contratto che, per la prima volta, impoverisce il personale sanitario, con un incremento salariale che non copre l’aumento reale dell’inflazione. Secondo le stime del sindacato, infatti, mentre il costo della vita è cresciuto del 16%, i salari aumentano soltanto del 5,7%, traducendosi in una perdita media mensile di 172 euro in termini di potere d’acquisto. Oltre alla questione economica, la FP CGIL denuncia anche un peggioramento delle condizioni normative: “Il contratto peggiora i carichi di lavoro, consentendo alle aziende maggiore libertà nell’imporre la pronta disponibilità, blocca differenziali economici e incarichi a causa della carenza di risorse e non affronta problemi strutturali come la mensa e la retribuzione dei giorni di ferie”. Particolarmente contestata è la modesta crescita dell’indennità infermieristica, che ammonta a circa 7 euro lordi mensili, definita “offensiva per la professione”.

Anche la UIL FPL condivide la critica, sottolineando come il rinnovo comporti una perdita reale di quasi 172 euro al mese rispetto all’incremento del costo della vita, con aumenti salariali giudicati “inadatti” e arretrati non aggiornati all’inflazione, aggravando la difficoltà nel trattenere il personale sanitario. Parallelamente al dibattito sul CCNL, si registra crescente attenzione sulle modalità di gestione delle prestazioni lavorative straordinarie, in particolare riguardo all’ordine di servizio. Questo strumento, disciplinato dall’articolo 28 del CCNL, consente ai dirigenti di richiedere in via coattiva prestazioni extra in casi di emergenza o carenza di organico, ma non può essere usato come strumento abituale di organizzazione dei turni di lavoro.

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Il lavoratore ha l’obbligo di obbedire all’ordine, salvo che esso sia palesemente illegittimo o comporti rischi penali; in tal caso, deve contestarlo per iscritto. Viene inoltre sottolineato che il prolungamento dell’orario di lavoro durante un turno non necessita di un ordine di servizio specifico, ma è obbligatorio fino all’arrivo del sostituto, pena sanzioni disciplinari e penali, soprattutto per figure come gli infermieri che non possono abbandonare il posto di lavoro senza copertura.

Un’altra questione rilevante riguarda il cosiddetto “cambio a vista”, modalità spesso fraintesa: questo sistema può essere applicato solo in attesa dell’arrivo di un collega in ritardo e non in caso di assenze prolungate, come segnalato da operatori sanitari in diverse strutture. Sul fronte delle rivendicazioni, i sindacati della sanità privata, tra cui FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, hanno recentemente ottenuto un incontro con il Ministro della Salute Orazio Schillaci, aprendo un confronto su una vertenza che coinvolge oltre 250.000 lavoratori del settore privato, RSA e centri di riabilitazione. Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di legare i finanziamenti statali ai costi del lavoro e di introdurre norme anti-dumping contrattuale per garantire il rispetto dei CCNL più rappresentativi, elementi fondamentali per recuperare dignità e tutela per i lavoratori.

Il Ministro ha accolto la richiesta di convocare un tavolo quadrangolare entro ottobre 2025 con la Conferenza Stato-Regioni, Aiop e Aris, che rappresenterà un banco di prova per arrivare a soluzioni concrete, anche in vista delle complessità emerse nelle RSA e nelle case di riposo.

Nel contesto più ampio, il Governo ha annunciato per il 2026 la programmazione di oltre 20.000 nuove assunzioni nel personale sanitario, un incremento significativo rispetto alle previsioni iniziali, grazie all’aumento del Fondo Sanitario Nazionale. Tuttavia, resta la sfida di tradurre queste risorse in miglioramenti concreti nelle condizioni di lavoro e nell’organizzazione del sistema sanitario pubblico e privato.

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